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UN NATALE ESSENZIALE

UN NATALE ESSENZIALE

Mentre scriviamo queste riflessioni imperversano le polemiche sulla pesantezza delle misure anti-covid imposte dal Governo, sui presunti diritti negati, sulla negata libertà di movimento, sulle aperture o meno di ristoranti e impianti sciistici, sul Natale negato e via dicendo.

Una sequela di discussioni, di argomentazioni ed interessi in gioco che hanno finito per far passare in secondo ordine i possibili interventi da fare per affrontare i problemi che abbiamo.

Ci sarebbe bisogno in questi momenti di un afflato e di uno spirito unitario da parte di tutte le componenti della società, invece niente di tutto questo.

Tutti, a parte gli irresponsabili negazionisti e no vax, dicono di convenire sulla gravità della situazione, salvo poi assumere atteggiamenti controversi.

È bastato il cambio di colore di qualche regione, nei giorni scorsi, per vedere alcune nostre città piene di gente a fare shopping senza distanziamento. Non possiamo permettercelo, dobbiamo evitare una terza ondata della pandemia. Per questo accettiamo l’inasprimento dei provvedimenti governativi.

Rispettiamo con rigore e responsabilità le misure anti-covid, anche se molto ristrettive; affrontiamo i sacrifici che ci aspettano e riscopriamo il senso della comunità.

Nonostante l’annunciato arrivo del vaccino, il 2021 sarà un anno difficile; dovremo convivere con il virus ancora per molti mesi e con grossi problemi sociali.

Un mondo a crescita illimitata non regge più. Guardiamo alla essenzialità.

Il Natale povero che ci apprestiamo a vivere può essere una occasione per rientrare un po’ più in noi stessi.

Il Natale ci parla di un mondo che si fa nuovo a partire dalla fragilità di un Bambino.

La nostra capacità di uscire positivamente dalla crisi pandemica ha a che fare con la nostra disponibilità ad ascoltare l’annuncio di Betlemme.

Il Natale dunque sia tempo di rigenerazione e occasione, per credenti e non credenti, per riaprirci alla speranza; questo è il dono che il Natale povero può portarci.

In mezzo a tanto dolore causato dalla pandemia, in un contesto di disuguaglianza e povertà crescenti, come Acli siamo chiamati ad organizzare le speranze e le attese della povera gente, che ha bisogno di essere sostenuta, accompagnata e rappresentata.

Questa povera gente che ci insegna a recepire, come nostre, le sofferenze e le solitudini degli altri, ma anche la loro ricerca di senso e di futuro.

Per questo rinnoviamo e rilanciamo in termini concreti ed incisivi la nostra azione educativa e sociale sul territorio. Meno parole e più fatti concreti per stare vicino ai più fragili.

È questo il senso degli incontri che abbiamo ripreso a tessere con le nostre strutture di base, dopo la fase congressuale.

Con questo invito alla prossimità e impegno alla concretezza intendiamo dare un senso agli auguri di Buon Natale e Buon Anno che a tutti rivolgiamo.

 

Gianni Cremonese

Presidente Provinciale Acli Padova

 

 

Lorenzo Lotto, Adorazione dei pastori, 1530, olio su tela; Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo



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